“Un disco pieno di dubbi“, con “storie dell’età di mezzo, storie da adulti“. Peppe Servillo lo racconta così “Privé“, il nuovo album degli Avion Travel, uscito dopo ben quindici anni dal precedente “Poco mossi gli altri bacini” e a distanza di uno dalla scomparsa, tragica, spiazzante, del chitarrista e fondatore, Fausto Mesolella. E infatti, l’album è fatto di lui, della sua assenza che si fa presenza, della lontananza, della latitanza di una delle migliori chitarre italiane. E di malinconia, della forza penetrante del dolore, di elaborazione del lutto, e di musica, di grande musica, ariosa, intensa, coinvolgente, convincente, alta.
Musica vera, pensata, suonata, amata prima ancora che eseguita. Musica e parole, strette, perfette, ben congegnate e oliate, capaci di dare alle note la dimensione ideale. Parole pensate per fare pensare, per dare luce, profondità al pensiero stesso. Libere e imbrigliate nello stesso tempo in metriche perfette, che “vanno e vengono così”, sorrette da una melodia leggera e sorniona che dà modo al cantante di rendere al meglio le sue qualità teatrali. Perché Servillo, davvero, non canta, racconta, interpreta, recita, fa delle canzoni le sue amanti e da esperto Casanova, le eleva, piegandole al suo dolce volere. La parola e Fausto, Fausto e la parola, questo è il corpo del lavoro e intorno a questo corpo si muovono gli attori, le arie, le danze, dividendo l’album in due, dove da una parte gioca la luce, dall’altra l’oscurità. Ma è un’oscurità fatta di pensiero, di analisi, di profondità.
Un disco per adulti si diceva, un lavoro maturo, finalmente qualcosa che ha il valore del tempo, che parla di vita senza averne paura, che dialoga con Dio, donando con i soli piano e voce, ancora più spessore al brano che già abbiamo conosciuto nella versione di Fiorella Mannoia, ovvero “Se veramente Dio esisti”.
Privé ha il volto umano delle cose giuste, delle parole sincere, quelle che volevamo sentirci dire, quelle di un amico, le parole ritrovate, importanti, fatte di trovate e calembour, di idee e carezze; parole anche dolorose se necessario, vive, come vivo è il ricordo di Mesolella, coautore di ben quattro brani e voce narrante nell’intensa “Caro maestro”.
Parole su cui ci si interroga e che fanno ragionare, parole importanti, talmente importanti da diventare esse stesse, soggetto e oggetto nei testi. Come nel singolo “Come si canta una domanda”, nel quale il protagonista, partendo da una storia d’amore, si interroga sul linguaggio e sul rapporto tra musica e testo.
L’album apre il sipario con i setteminutiequaranta di “A me gli occhi/L’incanto”, un brano in perfetto equilibrio tra forma e sostanza, tra dolore e liturgia, tra l’illuminata e drammatica interpretazione del sax di d’Argenzio e la sensualità del basso, toccando forse il punto più alto della loro carriera. Una carriera illuminata da continue vette, raggiunte sia in gruppo, sia con i vari progetti paralleli portati avanti dai membri.
Riassumendo, “Privé” ha le phisyque per andare lontano e assumere col tempo, i lineamenti del capolavoro. Ascolto dopo ascolto. Provare per credere.
TRACKLIST: Privè – Avion Travel
- A Me Gli Occhi / L’Incanto
- Inconsapevole
- Come Si Canta Una Domanda
- Caro Maestro
- Se Veramente Dio Esisti
- Alfabeto
- L’amore Arancione
- Il Cinghiale
- Privé
- Dolce E Amaro
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