di Elisa Enrile
“” La maggior parte risponderà l’avvocato, il medico, l’ambasciatore italiano in Perù.
Ma c’è sempre qualcuno che si trova a desiderare altro per la propria vita. C’è sempre qualcuno che pensa di avere un talento artistico che merita di essere condiviso con il mondo, sia esso un’estensione vocale da far invidia a Pavarotti, un grand jetè da strabiliare la Fracci o un bel faccino da far rimanere tutti a bocca aperta. E c’è sempre qualcuno che è disposto a tutto per ottenere la fama che desidera.
La domanda è: è più facile o più difficile di un tempo bucare lo schermo e monopolizzare le stazioni radiofoniche?
Il passare degli anni e il progredire della tecnologia ha creato un grosso paradosso: se da un lato gli aspiranti artisti hanno più possibilità di farsi vedere grazie ai famigerati talent show, proprio a causa degli stessi le personalità che emergono sono troppe rispetto alla domanda del mercato.
Negli ultimi anni infatti i programmi televisivi che si propongono di creare nuove star sono aumentati esponenzialmente e le occasioni per dare visibilità a nuove promesse non mancano.
Uno dei più longevi format televisivi è di sicuro Amici di Maria de Filippi, il talent che da più di 10 anni tiene incollati alla televisione decine di migliaia di telespettatori. Partito con l’idea di essere una scuola d’arte a 360°, il programma ospitava cantanti, ballerini e attori che dovevano scontrarsi in tutti e 3 i campi per ottenere buoni giudizi da qualificati professori e il tanto desiderato primo posto con la sempre apprezzata ricompensa in denaro. Con il tempo l’intenzione è un po’ cambiata, la categoria degli attori è stata soppressa ed ognuno pensa solo alla propria disciplina; inoltre lo spettacolo si è avvicinato molto alle dinamiche televisive: la fase finale, “il serale”, prevede una divisione in squadre capitanate da vip di diversi ambiti e lo stesso vale per la giuria e per i numerosi ospiti.
Altro programma di grande successo, riservato esclusivamente agli aspiranti cantanti, è X Factor (versione italiana del talent di origine britannica “ The X Factor ”), in onda dal 2008, prima con la Rai e ormai da 6 edizioni con Sky. I partecipanti devono superare una selezione iniziale con audizioni che si svolgono nelle diverse regioni italiane , arrivare cosi ai bootcamp e infine alla home visit per essere divisi in 4 categorie (band /vocal group , uomini e donne under 25, over 25) capitanate ognuno da un giudice, cambiati numerose volte nel corso degli anni.
La gara prevede uno scontro tra i concorrenti che devono essere convincenti e originali, soprattutto per avere il via libera dal giudice supremo: il pubblico!
Di altro genere sono poi i nuovi arrivati Italia’s got talent (che ha numerosi fratelli in tutto il mondo) e Tu si que vales. Con nomi diversi, ma di fatto molto simili nel contenuto, i due programmi prevedono una serie di concorrenti pronti a cimentarsi nei più diversi campi (quindi non solo i canonici canto e ballo, ma anche imitazioni, ginnastica, cabaret, numeri di magia e chi più ne ha più ne metta) , con la possibilità di esibirsi davanti alla giuria ( nel caso di Tu si que vales è presente anche la giuria popolare formata pubblico in sala )che può permettergli o meno di passare alla fase successiva. Si arriva poi alla finale dove ad essere decisivo è il televoto.
Ma non basta, lo stesso Festival di Sanremo funge in fin dei conti un po’ da palestra per alcuni giovanissimi che hanno la possibilità far passare il loro brano in radio e di vincere nella categoria “ Sanremo Giovani ”.
Insomma le occasioni non mancano, e ce ne sono ancora molte altre più o meno conosciute, più o meno esplicite.
Vale dunque anche in questo caso il concetto del “si stava meglio quando si stava peggio?”.
Difficile a dirsi, le cose da considerare sono molte e le persone che vogliono dire la loro troppe.
I piatti della bilancia sono in equilibrio: più gente che si illude di poter realizzare il proprio sogno ma anche più gente che ha la possibilità di provare a fare quello che vuole veramente e di vivere un’esperienza unica.
E chi sa che i primi a criticare non siano proprio quelli che avrebbero voluta averla loro questa possibilità?
Facebook Comments