Angela Merkel era una sconosciuta ragazzina che viveva nella Germania est e il muro divideva ancora due popoli che parlavano la stessa lingua.
Lei non la conosceva nessuno mentre Marian, Frank e Bernhard stavano per diventare tra i tedeschi più famosi nel mondo.
Arrivavano da Munster, una cittadina della Renania non lontana dal confine con l’Olanda. Era il 1983. I tre avevano costituito una piccole “comune” con altri ragazzi in due appartamenti e passavano il tempo suonando.
Marian Gold (al secolo Hartwig Schierbaum), leader e cantante, aveva avuto un’infanzia piuttosto ribelle. Da ragazzino scappava dal collegio, più avanti lo avevano espulso dall’esercito. Forse è da lì che aveva tratto origine la sua propensione alla ribellione e a quel sentirsi sempre giovane.
Il nome del trio inizialmente fu “Forever young”. Lo avrebbero cambiato dopo pochi mesi in Alphaville, perchè i tre avevano già deciso di utilizzare quel primo nome per una canzone. Suonava troppo bene. Non sapevano che sarebbe stato un successo mondiale, ma avevano le idee chiare e ci misero poco a realizzare il loro sogno.
L’anno dopo uscì il disco del debutto che li rese celebri in tutto il mondo: “Forever young” conteneva la canzone omonima, “Big in Japan” e “Sounds like a melody“. “Forever young” per il titolo e il testo, l’intuizione musicale e il fantastico finale è una vera e propria bandiera per noi che eravamo ragazzi in quel 1984. Più che una canzone, un vero e proprio ideale lanciato in faccia alla società degli anni ’80 con un sintetizzatore e con un inglese semplice. I giovani di quegli anni in mezzo mondo lo afferrarono al volo: “Youth’s like diamonds in the sun and diamonds are forever“.
Il video fu tra i più belli di quegli anni ed è rimasto un cult: risvegliate dalla musica di Marian, alcune persone malvestite escono dall’atmosfera gotica e cupa di una di chiesa abbandonata passando da un’apertura che porta verso la luce. Leggendo in giro su Internet ho trovato questa definizione: “Forever Young, a stark, epic song that would become essential for every post-1984 high school graduation…”
A occhio e croce una canzone che sarà giovane per sempre. “Let us die young or let us live forever”
Ai più giovani che non la coscono nemmeno nelle ultime versioni un po’ storpiate: ascoltatela. Ne vale la pena.
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